La punizione e il fine rieducativo. Il buonsenso a scuola

lavagna(di Salvatore Primiceri) – Prendo spunto da un articolo pubblicato dal quotidiano La Provincia Pavese che potete leggere qui.

L’articolo ci racconta che due ragazzini tredicenni sono stati sospesi a scuola dopo un diverbio piuttosto violento con un docente, degenerato in parolacce e addirittura una bestemmia.

Da qui la decisione della scuola di sospendere i ragazzi.

Al fine di rendere la sanzione qualcosa di educativo e non meramente punitivo una mamma ha suggerito alla scuola di commutare la punizione in una lezione di “rispetto delle regole”.

La scuola ha aderito di buon grado mandando in classe un avvocato e un ex arbitro per spiegare ai ragazzi l’importanza delle regole e del vivere civile.

L’episodio è significativo e apre numerose riflessioni sul fine della punizione. Qui mi limito a indicarne alcune. Come è noto il nostro ordinamento giuridico parla di fine “rieducativo” della pena ma sappiamo come, di fatto, tutto questo viene spesso disapplicato o gestito con metodi che non portano ad alcuna “rieducazione” e reinserimento sociale dell’individuo.

L’iniziativa della mamma pavese ha invece colto in pieno il senso, anzi il buonsenso di capire che, soprattutto all’età di quei ragazzini, occorre venire incontro con un’iniezione di cultura ed educazione civica. Trasformare la sanzione, portatrice potenziale di un ulteriore inasprimento del conflitto tra ragazzi e scuola in un’occasione di arricchimento personale per gli stessi ragazzi e per il loro futuro da cittadini e lavoratori.

La scuola pavese ha quindi cercato di adempiere nel migliore dei modi al proprio dovere: insegnare ma anche educare, ovvero fare di tutto affinchè non vi sia dispersione tra i giovani nel loro percorso di crescita in nome della mera disciplina.

La scuola avrebbe potuto fare ancora meglio. Affiancare all’avvocato e all’arbitro anche un mediatore. Sono sempre di più in Italia le scuole che ospitano seminari, corsi o lezioni sulla “mediazione“, ovvero quella straordinaria arte e scienza che permette alle persone di gestire al meglio le proprie relazioni al fine di prevenire, gestire o risolvere i conflitti in modo ottimale per tutti.

Non solo. E’ opportuno che le scuole istituiscano al proprio interno un servizio di mediazione scolastica per gestire al meglio i rapporti tra scuola, insegnanti, famiglie e studenti.

Ci sono esperti professionisti preparati per questo. Nella mia esperienza, ogni lezione di mediazione tenuta nelle scuole davanti a ragazzi e insegnanti (è opportuno che partecipino anche gli insegnanti eventualmente in corsi appositi) sono state fonte di grande soddisfazione. L’interesse dei ragazzi verso la mediazione é altissimo e tutti, anche i ragazzi considerati più “difficili” hanno dichiarato di aver maturato un “arricchimento umano che servirà per la vita”.

La mediazione è un’arte antica. Oggi Socrate sarebbe felice se la mediazione diventasse una materia di studio insieme all’educazione civica affinchè i giovani di oggi siano i protagonisti domani di una società più giusta oltre le regole.

Salvatore Primiceri

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