Talenti “diversi” per essere felici

multicolored crowd #2(di Salvatore Primiceri) – Una donna era solita riempire d’acqua due anfore alla sorgente e trasportarle poi al villaggio appendendole ai lati di un bastone che teneva sulle spalle in modo orizzontale.


L’anfora di sinistra aveva però un difetto. Era leggermente forata e perdeva, strada facendo, almeno la metà dell’acqua contenuta al suo interno.
La donna arrivava ogni giorno al villaggio con un anfora piena e una piena solo a metà.
Questa situazione andò avanti degli anni ma un giorno l’anfora difettosa decise di parlare e chiese alla donna perché continuasse a servirsi di lei pur consapevole di quel difetto e della perdita di acqua che avveniva lungo il percorso.
La donna rispose: “Ma non hai mai notato che dal tuo lato la strada é piena di fiori? Conoscendo il tuo difetto ho piantato dei semi lungo il percorso e ogni giorno tu li annaffi, rendendo il percorso più bello”.
L’aneddoto ci insegna molte cose. La prima é che un difetto o una differenza non significano essere inferiori a qualcuno. Dietro quell’apparente difetto si nascondono delle potenzialità.
Per questo la seconda cosa che impariamo é che ognuno di noi ha dei talenti, a volte nascosti ma che bisogna far emergere. Oltre a essere noi stessi a scoprirli e coltivarli é compito di chi si relaziona con noi, per lavoro o altro, individuarli e valorizzarli, senza farci sentire “sbagliati” o “inadeguati”, anzi trovando la via della “gratificazione”.
La terza cosa é la bellezza e la ricchezza della diversità. Ognuno di noi e diverso dall’altro e per questa magica differenza l’uomo ha bisogno di completarsi con l’altro attraverso la collaborazione e le relazioni che aiutano a crescere.
L’altro insegnamento che riceviamo da questa storia é che dobbiamo evitare la competizione sullo stesso binario. La nostra anfora subiva frustrazione nel vedere che l’altra era perfetta e sapeva portare tutto il quantitativo di acqua a destinazione. Ma é un atteggiamento sbagliato. Per fortuna é stata la sua “padrona” a svelargli quanto il suo valore e talento fossero da individuare in altre qualità, in questo caso in un apparente difetto. Non era portare l’acqua meglio dell’altra la sfida su cui competere, bisognava focalizzarsi su scopi diversi e ugualmente utili.
Per questo, quando ci troviamo di fronte a qualcuno, non cadiamo nell’errore di giudicare se sa fare le nostre stesse cose meglio di noi o viceversa, ma scopriamo piuttosto quali sono le sue capacità complementandole alle nostre. L’insieme fa la forza, uniti nelle differenze, la vera ricchezza dell’umanità che ci rende felici.

Salvatore Primiceri

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