Le parole al tempo del web: come dosarle grazie a Plutarco

(di Salvatore Primiceri) – Il piacere nell’autocompiacersi parlando bene di sé agli altri è una pratica sempre più diffusa nell’era dell’individualismo autoreferenziale amplificato dai social network. Eh si, sembrerebbe una contraddizione che un luogo dove socializzare possa invece mettere in risalto la vanità e l’ego di molti ma è proprio così. Nella piazza virtuale urlante la competizione è alta e la corsa a intervenire per primi, a tutti i costi, su qualsiasi argomento per paura di essere meno degli altri, è ormai una patologia conclamata.

Due vizi caratterizzano il “socialmaniaco“: l’apparire bravo e competente agli occhi degli altri; il parlare a tutti i costi. Si tratta di due esigenze che implicano altrettanti gravi rischi: il parlare bene di sé è un esercizio di autoreferenzialità che non produce alcun vantaggio in termini di apprezzamento dagli altri, mentre l’intervenire su ogni argomento dimostra, come ammoniva Plutarco, che “l’orecchio non è collegato con la mente ma con la lingua“. Alla capacità di parlare non corrisponde infatti una altrettanto fondamentale capacità di ascoltare.
E’ proprio il grande scrittore e filosofo Plutarco a metterci in guardia dal vizio del “lodare sé stessi” e della “loquacità“, vizi antichi quanto l’uomo e amplificati oggi dalla facilità di comunicazione fornita dagli strumenti tecnologici e informatici. “Parlare di sé davanti agli altri delle proprie doti o delle proprie potenzialità è un comportamento detestabile e volgare, la cui spiacevolezza pochi riescono a evitare, anche tra coloro che criticano tale forma di esibizionismo“, diceva Plutarco.
Altra cosa, come diceva Senofonte, sono i complimenti altrui: “L’elogio fatto dagli altri è certamente la cosa più bella da ascoltare, mentre quello fatto a sé stessi è la più fastidiosa“.
Il comportamento corretto, secondo Plutarco, è imbarazzarsi di fronte agli elogi che ci arrivano dagli altri e evitare l’autoelogio, che il filosofo ritiene un comportamento spudorato.
Plutarco si sofferma anche sulla genuinità e onestà degli elogi. Chi ci fa dei complimenti in privato è infatti più attendibile di chi ce li fa davanti agli altri. In quest’ultimo caso vi è il rischio che si tratti di adulazione.
Più in generale è faticoso per molti curare il vizio del “parlare troppo e ascoltare poco“. Infatti, ammonisce nuovamente Plutarco, “il problema principale dell’incapacità di tacere è l’incapacità di ascoltare“.
Quante volte, se ci facciamo caso, sentiamo l’impulso istintivo di esprimerci su qualcosa senza nemmeno aver prima raccolto le dovute informazioni. Esprimiamo giudizi in velocità senza porci i dovuti e preliminari dubbi. Magari, semplicemente ascoltando le opinioni altrui, potremmo semplicemente dichiararci d’accordo senza dover per forza aggiungere parole alle parole.
Il risultato è che chi parla troppo difficilmente guadagna una platea di ascoltatori disposti a dargli fiducia in quanto “ai chiacchieroni si tende a non credere anche quando dicono la verità“. E sul web oggi è la stessa cosa. Parlando di “web reputation” si intende proprio il grado di fiducia e di stima che gli altri ci accordano.
E allora come curare la propria comunicazione? Dalle opere morali di Plutarco possiamo trarne alcuni preziosi suggerimenti:
1) Lascia che siano gli altri a parlare di te e non tu ad elogiarti;
2) Ascolta molto e affina la tua opinione prima di esprimerla;
3) Rifletti sulle conseguenze che derivano da un comportamento troppo loquace e apprezza il silenzio: le persone sintetiche che sanno dosare bene le parole sono spesso ammirate e stimate;
4) Non rispondere per primo: se ti trovi in un gruppo e vengono poste delle domande tu aspetta che abbiano risposto gli altri o che abbiano rinunciato a rispondere prima di dire la tua;
5) Non prevaricare gli altri anticipando risposte a domande non rivolte a te: se viene posta una domanda a qualcuno in particolare frena il tuo istinto di rispondere per primo scavalcando il destinatario;
6) Non interrompere i discorsi altrui e non usare una gestualità invadente nei confronti di chi vuoi attirare alla tua attenzione (es. mani sulle spalle, tirare il braccio, colpire il gomito, etc.);
7) Non replicare immediatamente e non agitarti mentre parlano gli altri. Chi replica immediatamente è come se non ascoltasse;
8) Rispondi alle domande il necessario e in modo cortese, evitando di aggiungere informazioni non richieste;
9) Rispetta l’argomento che si sta trattando in una discussione;
10) Mantieni la riservatezza: se qualcuno ti confida qualcosa perché si fida di te, non trasmettere ad altri tali confidenze. La tua riservatezza è più importante di quella che affidi agli altri.

E allora, se ci sentiamo “leoni da tastiera“, desideriamo diventare veri “opinion leader” e, al tempo stesso, ci teniamo alla nostra “web reputation“, non dimentichiamoci mai i saggi consigli di Plutarco, preziosi nella vita reale o virtuale che sia, altrimenti ci ritroveremo presto, con ogni probabilità, a parlare da soli.

Salvatore Primiceri

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