Cambiamento

Quando diciamo cose tipo “Le persone non cambiano”, facciamo impazzire gli scienziati. Perché il cambiamento è letteralmente l’unica costante di tutta la scienza. L’energia, la materia, cambiano continuamente, si trasformano, si fondono, crescono, muoiono. È il fatto che le persone cerchino di non cambiare che è innaturale, il modo in cui ci aggrappiamo alle cose come erano invece di lasciarle essere ciò che sono, il modo in cui ci aggrappiamo ai vecchi ricordi invece di farcene dei nuovi, il modo in cui insistiamo nel credere, malgrado tutte le indicazioni scientifiche, che nella vita tutto sia per sempre. Il cambiamento è costante. Come viviamo il cambiamento, questo dipende da noi. Possiamo sentirlo come una morte o possiamo sentirlo come una seconda occasione di vita. Se apriamo le dita, se allentiamo la presa e lasciamo che ci trasporti, possiamo sentirlo come adrenalina pura, come se in ogni momento potessimo avere un’altra occasione di vita, come se in ogni momento potessimo nascere ancora una volta.

(Meredith di Grey’s Anatomy)

FINAL(di Salvatore Primiceri) – Ferragosto, tempo di vacanze, almeno così dovrebbe essere. Qualcuno ha invitato tutti gli Italiani ad andare in vacanza felici perchè finalmente è iniziato il “cambiamento”.
Beh, non è un motivo da poco. Il punto sta nel capire che cosa si intende per “cambiamento”. Ultimamente, infatti, se ne sente parlare molto, soprattutto in tv, sui giornali, principalmente per bocca di uomini politici. Il “cambiamento” è uno dei termini più utilizzati di questi ultimi mesi. Occorre però accertarsi se il termine viene mediaticamente inteso nel suo significato più corretto e profondo e se, quindi, possa influire concretamente sulla nostra felicità individuale.
Cambiamento, più che una parola, è un evento importante che avviene nella vita delle persone. Tale evento, per essere cambiamento autentico, avviene per una scelta basata sulla convinzione che una determinata azione possa produrre dei benefici o miglioramenti nella propria qualità della vita e delle relazioni.
Si decide di cambiare, quindi, perchè qualcosa non va o non ci appaga più. Si può cambiare sostanzialmente in due modi. Il primo è quello di inventarsi qualcosa di nuovo, creativo, mai pensato prima per risolvere un problema, un malessere, un’insoddisfazione. Non è facile creare una soluzione innovativa, soprattutto se determinati schemi con cui si è abituati a ragionare sono ben radicati nella nostra cultura e nelle nostre abitudini.
Il secondo è quello di rileggere le nostre azioni, decisioni, scelte, metodi e modelli utilizzati nella vita, valutare gli errori, analizzare l’esperienza, per poi intervenire con delle modifiche. Si chiama ristrutturazione e si basa più sulla correzione di elementi sbagliati all’interno di un metodo comunque accettato come valido.
Ogni cambiamento deve essere accompagnato dal buon senso e dalla legalità, ovvero non deve nuocere agli altri. Anzi, se possibile, il proprio cambiamento è ancor più vincente se influisce positivamente anche su chi ci sta intorno e interagisce con noi. Ciò non elimina la possibilità che le proprie scelte possano risultare incomprensibili o distanti dal pensiero di altri, e per questo criticate. Rischio e coraggio sono comunque due componenti del processo di cambiamento.
Tutti possiamo decidere di cambiare. La chiave di svolta sta nel come e quanto abbiamo abituato il nostro cervello a pensare positivo e a elaborare soluzioni senza rimanere imprigionati in schemi rigidi che diventano circolo vizioso.
Il cambiamento, infine, porta con sé la resistenza. Non è facile cambiare, anche quando lo si vuole fortemente. I dubbi, le abitudini, i consigli degli altri, la pigrizia e i sensi di colpa sono alcuni dei fattori che sviluppano la resistenza. A volte la resistenza impedisce il cambiamento e ci fa tornare sui propri passi e alla nostra insoddisfazione.
Bisogna essere più forti delle resistenze ma comunque pronti a re-intervenire qualora le soluzioni adottate non si rivelassero le più fruttuose. Meglio cambiare il cambiamento che rimanere bloccati dalle resistenze.
Ognuno di noi è responsabile del cambiamento. Non aspettiamo passivamente qualcosa che possa cambiare la vita di tutti e farci andare in vacanza felici. Impegniamoci direttamente, nel nostro piccolo, a cambiare ciò che riteniamo opportuno, magari iniziando col trovare piccole soluzioni a piccoli problemi. Fa già stare meglio.
Una delle spinte ad agire è porsi la domanda per assurdo su come possiamo peggiorare situazioni e problemi che ci affliggono. Se la risposta è continuare a fare ciò che stiamo facendo allora il momento di cambiare è davvero arrivato.
A noi tutti l’ardua sentenza se le grandi ricette propagandate dalla politica di oggi possano indurre un vero cambiamento e aiutare a risolvere i problemi derivanti dalla crisi economica. In attesa di capirlo godiamoci qualche giorno di pausa a casa, al mare o dove si può. E che sia una pausa creativa che preluda ad una stagione di cambiamenti positivi! Buone vacanze!

Salvatore Primiceri

Lascia un commento