L’equilibrio tra egoismo e saper rispettare

(di Salvatore Primiceri) – L’uomo nasce con l’esigenza di relazionarsi. E’ una caratteristica naturale quella che ci spinge ogni giorno a incontrarci, socializzare, relazionarci con gli altri. Dalla buona relazione nascono i presupposti per una pacifica convivenza fra le persone ma sappiamo che il conflitto é spesso dietro l’angolo.

A volte capita di pensare che l’armonia tra le persone nasca dal concedere sempre agli altri il nostro assenso. Dell’incapacità di dire “no” di molti soggetti ne aveva già parlato Patrizia Bonaca qualche settimana fa.
Il “no gentile”, come lo definisce l’esperta in comunicazione Barbara Berckhan, aiuta a migliorare e consolidare i rapporti con gli altri. Un “si” che nasconde un “no” prima o poi finirà per far esplodere la lite.
Ma oltre a saper dire di no occorre considerare maggiormente sé stessi nel momento in cui interagiamo con gli altri, avanzando pure le nostre richieste, esigenze, desideri. D’altronde chiedere non costa nulla e non dobbiamo avere paura di una eventuale risposta negativa del nostro interlocutore.
Con il “buon senso” nella comunicazione che deve tenere conto delle persone e del contesto con cui e in cui ci relazioniamo, avanziamo le nostre richieste e i nostri desideri, per esempio sul posto di lavoro.
Stiamo attenti però a non utilizzare metodi d’impeto del tipo “scusa ma io dico sempre in faccia quello che penso” oppure “sono fatto così” (chi utilizza queste espressioni per giustificare atteggiamenti aggressivi mascherati da presunta autenticità non sa comunicare e non sa tenere conto dei ritmi e della sensibilità degli altri ponendo così le basi per un rapporto conflittuale e creando spesso distanze insanabili). Utilizzare buon senso nel linguaggio non significa limitare sé stessi ma piuttosto aprire le porte agli altri e ad una comprensione reciproca.
L’equilibrio tra la comprensione delle esigenze altrui (per esempio del datore di lavoro e dei colleghi dell’azienda per cui si lavora) e l’avanzamento delle proprie richieste coincide con quello tra rispettare e farsi rispettare. L’esternazione dei nostri desideri permetterà agli altri di conoscerci meglio e comprenderci (e viceversa).
Un buon equilibrio di questo tipo permette relazioni più serene e parte quindi dal rispetto del proprio io e dall’aver cura di noi stessi. Soddisfare i propri bisogni é egoismo? Sì ma questo non deve preoccuparci.
Questo giudizio non deve allertare in noi alcun senso di colpa né condizionarci. Nel momento in cui riusciremo a prenderci davvero cura di noi stessi saremo maggiormente in grado di relazionarci al meglio con gli altri.
In conclusione “saper chiedere” e “saper dire no” sono facce di una stessa medaglia, quella che renderà più solide e proficue le relazioni rispetto al silenzio (per paura di chiedere) e al perenne assenso (per incapacità di dire no).
Buon senso a tutti!

Salvatore Primiceri

Letture consigliate sull’argomento: Barbara Berckhan – Piccolo Manuale per non farsi mettere i piedi in testa (Urrà edizioni 2013).

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